La lingua khmer si chiamava Phnom Kulen, poi nota come Mahendrapura, che Jayavarman II si consacrò governante supremo nell'802 (data che si considera l'inizio del periodo Angkoriano), promuovendo il culto del Devaraja. Gli antichi templi sui monti Kulen non si possono visitare a causa dell'assenza di strade e per la presenza delle mine antiuamo. A ogni modo, la ragione principale per visitare Phnom Kulen, cerca 55 km a nord di Siem Reap, è quella di ammirare il Buddha sdraiato intagliato nel XVI secolo in un'enorme roccia, la devozione dei numerosifedeli che vengono a prepare nei vari santuari è molto coinvolgente. Purtroppo il biglietto di Angkor non vale a Phnom Kulen e l'alto costo d'ingresso, unito a quello dei trasporti, scoraggia buona parte dei visitatori.
La Collina
Dalla biglietteria ai piedi della collina, la strada si arrampica attraverso la giungla per sbucare in un altopiano di arenaria. Una pista sulla sinistra conduce a un parcheggio del quale si può scendere al fiume, dove potreste vedere alcuni dei Linga per i quali il fiume è famoso, ma, avendo una dimensione di appena 25 cm quadrati, se le acque del fiume sono alte o limacciose sono difficili da individuare. Da qui ci vuole un altro chilometro per arrivare sulla cima, piena di bacarelle dei monti Kulen.
Nella foresta dietro la pagoda ci sono tanti tempietti, seguire gli abitanti del luogo, che sono armati di enormi mazzi d'incenso per fare un'offerta in tutti i templi del circuito. Quasi ogni masso è legato a una leggenda: ad esempio, quello con i fori che sembrano i segni di artigli si racconta sia luogo in cui Hanuman fece un atteraggio di fortuna. Alla fine del sentiero, i cambogiani si lavano la faccia a una fonte scra che zampilla da un masso, convinto che porterà loro forza, salute e fortuna, e riempiono d'acqua le bottiglie da portare a casa.
Grazie Mille per visitare mio paese, Cambogia.
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